Statuto e Codice Etico

Statuto sociale (ufficiale, in lingua romena): Statut Asociatia Il Giocattolo-romeno

Statuto sociale (tradotto in lingua italiana): Statuto Associazione Il Giocattolo-italiano

Tutti gli associati e i simpatizzanti (iscritti alla newsletter base) ricevono annualmente, via email, il bilancio con la nota illustrativa.

 

  1. Codice Etico

    CODICE ETICO

    a) Una delle principali cause delle turbative del mondo (in vari modi manifestate) è da ricercarsi negli enormi squilibri economici, culturali e di sviluppo civile della popolazione mondiale; è dovere morale di ognuno, oltreché intelligente azione di difesa, nei limiti delle proprie possibilità (temporali e materiali), dare un piccolo contributo, nella piena consapevolezza di poter far poco singolarmente ma con altrettanta sicurezza che l’atteggiamento di arrendevolezza di fronte all’enormità del problema non è una razionale risposta (ma spesso una giustificazione). Nella storia dell’umanità i progressi civili sono stati ottenuti da chi, caparbiamente, non si è spaventato di fronte all’apparente impossibilità del cambiamento.

    b) Le persone che oggi delinquono e creano gravi problemi e costi sociali (di ogni tipo) sono spesso stati dei bambini senza una buona guida e che non hanno avuto adulti con adeguate capacità di educarli ed indirizzari verso una crescita equilibrata con principi morali ed etici. Occorre pertanto preoccuparsi di non perpetrare l’errore di cercare solamente di reprimere la delinquenza, senza invece occuparsi di prevenire  analoghe situazioni nei bambini che, crescendo in ambienti degradati, hanno un triste segnato futuro.

    c) L’esistenza di discriminazioni (solo chi le prova le può comprendere appieno) sono un indice di evoluzione di una civiltà/popolazione. In molti luoghi c’è anche una discriminazione, talvolta solo latente, di genere sessuale e le donne subiscono soprusi e soccombono, spesso senza reagire per cultura e per deboli tutele. In realtà, si dovrebbe osservare che le donne sono la metà più attiva dell’umanità intera: curano la famiglia, lavorano nei campi e nelle fabbriche, troppo spesso devono sopportare violenza fisica e psicologica. Basta leggere le statistiche del mondo relative al mondo carcerario per ammettere che “il male” (furti, rapine, delitti, violenza) viene quasi esclusivamente dai maschi. Tra l’altro, come ha scoperto Dante Alighieri (Vita Nuova), sono le donne le detentrici dell’Amore nella sua più alta accezione di sacrificio per l’amato. E ciò non viene quasi mai riconosciuto dal mondo maschile. Viene quasi da pensare che nei paesi socialmente più evoluti non sono le donne che hanno raggiunto la parità, bensì gli uomini che hanno raggiunto il livello del pensiero e comportamento femminile.

    d) Senza un’adeguata istruzione e conseguente base culturale (in ogni sua accezione) le persone non hanno una concreta possibilità di scegliere l’impostazione della propria vita, diventando facili prede di devianze. Pertanto la cultura (quale bagaglio di conoscenze generali e speciali che meglio può condurre ad miglioramento della qualità di vita ed anche alla soddisfazione della innata aspirazione umana del conoscere i meccanismi e segreti della vita stessa) va incoraggiata e sostenuta in ogni modo.

    e) La famiglia è un patrimonio base per la crescita equilibrata delle persone, e dei bambini in particolare; ove le famiglie vengono smembrate sono maggiori le probabilità di devianze. Il disfacimento delle famiglie è già spesso molto probabile nella civiltà moderna (con i conseguenti effetti che si vedono nei bambini) ma nei paesi poveri o in via di sviluppo non esistono nemmeno i supporti sociali, psicologici e culturali. Spesso le famiglie sono di fatto smembrate perché uno dei genitori, o entrambi, si recano all’estero per trovare sostentamento. I figli vengono lasciati in balia di parenti. a loro volta non dotati dei mezzi e della cultura necessaria.  Il creare lavoro nelle zone di origine, per far sì che i genitori possano ritornare a ricompattare le famiglie è un grande risultato di civiltà

    f) Chi è dotato di esperienza, capacità e/o mezzi finanziari può contribuire alla soluzione dei problemi più sopra indicati dedicando tempo e mezzi, sia in modo diretto che supportando le numerose persone/organizzazioni che, seriamente, svolgono tale attività.

    g) E’ utile la piena consapevolezza che il mero accumulo di ricchezze e beni contrasta con la inevitabile limitatezza temporale della vita e che ai figli è meglio lasciare eredità spirituali e morali piuttosto che solo beni materiali. E’ altresì utile l’impostazione della vita senza eccessi, utilizzando le proprie risorse (spesso eccedenti, per una vita normale) per alleviare le sofferenze di altri, soprattutto i bambini (nell’ottica dei principi espressi nei punti precedenti).

    h) I paesi ricchi (ed ora anche i paesi in via di sviluppo, facili preda del capitalismo incontrollato) fondano il loro vivere su uno sfrenato consumismo che viene propugnato come mezzo per raggiungere la felicità dei singoli (spesso manovrati come consumatori puri e non più come membri di una società). Il PIL è indicato come unico parametro di riferimento. Ciò sta determinando, oltre che una crisi economica senza precedenti  per mancanza di equilibrio, una crescente decadenza di principi morali, etici ed ambientali (travalicati dalla ricerca esasperata di guadagni). I paesi in via di sviluppo, non avendo una adeguata base di cittadini acculturati o uscendo solo da ora di situazioni di grande disagio economico o politico, cadono ancor più facilmente e velocemente nella trappola del consumismo sfrenato.  E’ indubbiamente piacevole comperare beni ma la stessa attività può essere dedicata, con anche maggiore soddisfazione, a persone bisognose, cercando comunque di insegnare moderazione ed equilibrio.

    i) La beneficenza va fatta con intelligenza, sfruttando la nostra esperienza per dare opportunità di crescita equilibrata; la pura dazione di beni e denaro va riservata ai casi estremi e di sopravvivenza mentre va preferito lo stimolo delle iniziative lavorative. La beneficenza mediante creazione di attività lavorative ottiene il duplice vantaggio di appagare il destinatario nonché il grande pregio di sollecitare le persone nello sviluppo delle proprie capacità e creatività(che saranno poi usate in modo autonomo).

    l) E’ insito nell’uomo l’esigenza ed il piacere di trasferire ai giovani (Socrate docet) principi, valori ed esperienza; solo così l’umanità può contare su una costante, anche se lieve (e periodicamente interrotta da decadenze), crescita di civiltà (nella sua accezione comune che comprende la democrazia, il rispetto,  la solidarietà intelligente, ecc…).

    m) Dobbiamo molto alle persone che prima di noi hanno lottato per permetterci di vivere in una società democratica e, per molti di noi, con buone possibilità di sviluppo individuale (pur nell’attuale contesto di decadenza di valori) è pertanto dovere morale e civile quello di contribuire a questa catena umana dove “pochi consapevoli fanno per molti” senza aspettarsi ricompense o riconoscimenti ma solamente per il sentimento insito nell’uomo che “una cosa fa fatta perché si sente che va fatta”.

    n) Le piccole cose, quando fatte con dedizione, scrupolo e serietà, possono – oltre che crescere in modo spontaneo a dimensioni molto più elevate (con la continua attenzione di mantenerne indenni i principi ispiratori) – costituire da esempio anche per istituzioni ed enti di come si può intervenire in maniera fattiva ed equilibrata sui grandi temi.

    o) E’ molto spesso vero che, come sostiene Amnesty International, la povertà non è una condizione inevitabile né permanente ma è il frutto di ingiustizia, discriminazione e violenza. E’ la conseguenza di violazioni dei diritti umani che cancellano la dignità delle persone e impediscono loro di vivere in un alloggio adeguato, di ricevere cure mediche essenziali ed avere intorno un ambiente non compromesso. Senza i diritti umani non sarà possibile sconfiggere la povertà. Chi ha la dignità può aiutare gli altri a conquistarla.

    p) Il sistema di aiuto ai poveri sviluppato dal Premio Nobel Muhammad Yunus (microcredito e impresa sociale) è ben espresso nel libro “Un mondo senza povertà” – edito in Italia da Feltrinell – ha dimostrato ottimi risultati; può essere utilizzato in tante realtà e situazioni.

    q) L’esempio silenzioso val più di mille parole.

    Tutti gli indicati presupposti prescindono dal credo religioso, pur corrispondendo ai generali principi alla base delle religioni principali, in quanto perfettamente condivisi da tante persone estranee ad aspetti spirituali ma comunque legate a principi morali insiti nell’animo umano.